17 Nov Mi sa
Quando parliamo di AI tendiamo a fallire già nell’approccio. Si moltiplicano i paper trionfanti, tra quelli annuncianti che un’AI ha battuto l’uomo nel diagnosticare una malattia e quelli che sventolano l’esatto contrario riguardo a un’altra diagnosi.
🤼 Questo tipo di narrazione fa del progresso una lotta di quartiere, sembra che ci siano entusiasti che fanno il tifo (perché così facendo di tifo si tratta) per le AI e quelli che parteggiano per l’uomo.
🧠 L’idea che le AI non sostituiranno l’uomo nell’immediato ma lo affiancheranno sembra un tabù, così come sembra vietato parlare di AI in correlazione ai dati con cui queste sono alimentate. Questo equivale a parlare di automobili senza accennare ai motori.
🤕 C’è un altro punto debole: molta letteratura in materia di AI fa leva sui numeri e sulle statistiche per avvalorare le tesi che illustra. Usando la statistica, però, si finisce in un vicolo cieco. Occorre fare leva sulla casistica e questa ci dice che le AI, oggi, non costituiscono un pericolo.
⚠ Il lavoro e i lavoratori di domani non saranno sostituiti dalle AI ma ci sarà una spaccatura tra chi le AI le sa usare e chi non lo sa fare.
🏅 Secondo il mio umile parere il quid è da cercare nell’accettazione dell’evidenza secondo cui le AI fanno benissimo ciò che l’uomo sa fare maluccio e fanno male ciò che l’uomo sa fare bene. Il resto è trionfalismo del quale non c’è bisogno.
Quando parlo di AI e lavoro trovo sempre persone che argomentano in modo intelligente cercando di frenare il mio ottimismo. Sulla scorta dei dati attuali sono certa che nessuno di noi vent… trent… ehm … quarantenni sarà sostituto dalle AI, da agenti, robot o processi di automazione.
Per cercare di esporre il mio punto di vista, ricorro sempre a tre esempi:
1. è molto più semplice creare un treno autonomo rispetto a una vettura a guida autonoma. Non si sta cominciando a produrre questi treni perché non li prenderebbe nessuno
2. è facile per un robot prendere uno scatolone e spostarlo, è un po’ meno facile fargli tagliare bistecche o filettare il pesce
3. con l’aumento dell’automazione nelle fabbriche, aumenta anche l’impiego.
Quando parlo di AI e lavoro, nel contesto della qualità del lavoro in sé e del valore che viene dato ai lavoratori, il mio ottimismo collassa sotto la gravità della situazione e i miei argomenti si riducono da tre a uno:
1. mi sa che è vero.
(Immagine: unsplash.com/Jake Nackos)