10 Lug Donne, violenza e buon governo: l’indifferenza della politica ai problemi
Donne e uomini non sono uguali. Inutile nascondersi dietro a un dito, inutile ripetere la solita nenia patriarcale e maschilista: noi donne non siamo uguali a voi uomini. In Ticino, però, questo non appare evidente, tant’è che governo e parlamento, davanti al tema della violenza contro le donne, mostrano indifferenza.
Il Movimento per il socialismo ha presentato due mozioni: “Affrontare con decisione la violenza contro le donne” e “Realizzare finalmente una politica seria e coordinata per combattere e prevenire la violenza di genere”. Mozioni che sono state, si legge in un comunicato redatto dal medesimo Movimento, “parzialmente accolte”.
Parzialmente accolte
Noi donne non accogliamo parzialmente gli uomini, li accogliamo e basta. Noi donne non abbiamo sensibilità parziale verso i problemi dell’universo maschile, li facciamo nostri. Perché “gli uomini” sono i nostri compagni, i nostri mariti, sono uomini i nostri padri, i nostri nonni, sono uomini i nostri figli.
Il parlamento ha deciso che il tema della violenza contro le donne non è né urgente né da trattare con riguardo.
Le iniziative abbozzate dal Mps sono di buon senso: un numero verde da contattare in caso di necessità e canali preferenziali poco visibili per potere chiedere aiuto, come per esempio recarsi in una farmacia per essere soccorse. Niente da fare, sono temi non importanti e neppure del tutto pertinenti, stando al parlamento.
Parzialmente bugiardi
Il Consiglio di Stato e il parlamento, ciclicamente (ovvero quando i fatti di cronaca esigono che la politica dica la propria) promettono di volere trattare con determinazione il problema della violenza contro le donne. Ora che è arrivato il momento, questa volontà così ferrea, diventa procrastinabile e selettiva.
Nel periodo 2009-2018, in Svizzera, è morta una persona a causa di violenza domestica ogni due settimane. Sono 25 persone ogni anno e, tra queste, mediamente ben quattro bambini. (Qui il link)
Appare evidente che il problema non sia serio, c’è soltanto da capire quante donne dovranno subire violenza prima di diventarlo: 100, 1.000?
Parzialmente ciechi e parzialmente sordi
Il 14 giugno 100 mila persone (tra donne e uomini solidali) hanno manifestato per la parità di diritti. Nonostante ciò, il parlamento ticinese – ben sostenuto dai 5 direttori dei dipartimenti governativi – hanno deciso di non vedere e non sentire, come se non vi fosse un crescente disagio nella popolazione, causato dalla disparità di genere. Anche la disparità salariale e di inquadramento professionale è una forma di violenza, sottile, subdola, di tipo economico e quindi poco avvertita, ma reale, tangibile e castrante.
Parzialmente colti
Forse giova ricordare ai 95 (tra donne e uomini) che hanno sgomitato per essere eletti, che non sono stati trovati per caso sotto un cavolfiore né hanno goduto di un passaggio dato loro da una cicogna.
I mitocondri (i maschietti possono ricorrere a Wikipedia) sono passati ai figli soltanto dalla madre, si parla infatti di Eva mitocondriale.
Questi due aspetti, trattati qui in modo molto breve e, lasciando il secondo alla volontà di approfondimento del lettore, sono sufficienti a fare comprendere che, in una società civile rispettosa dei diritti umani, un uomo non userebbe mai violenza contro una donna per diversi motivi, non da ultimo per tutelare sé stesso.
In Ticino, invece, si può aspettare. A volte è davvero un peccato non potere scindere tra indifferenza, incapacità e stupidità.
Faremo da sole. Come abbiamo sempre fatto.
(E ringraziateci per i mitocondri).