18 Ago Matteo Salvini, il ministro di tutti ma part time
“Sarò il ministro di tutti” , aveva detto il vicepremier e direttore del Viminale Matteo Salvini, non appena insediato a Palazzo Chigi.
Era il 31 maggio del 2018 e già, per completare la frase, aveva promesso che lui, i migranti, li avrebbe mandati a casa (e già i “tutti” , diventano un po’ meno “tutti” , al netto peraltro dei rom italiani perché quelli, purtroppo dice lui, “ce li dobbiamo tenere” ).
Ancora prima di arredare il suo ufficio con i propri oggetti aveva regalato una chicca elettorale a tutti gli italiani, firmandola in modo solenne: era il primo marzo e il nostro aveva giurato che avrebbe tolto le accise sulla benzina, considerando il prezzo italiano al litro il più alto d’Europa. Ha chiesto fiducia agli italiani usando come leva il prezzo della benzina, contando sull’alta acriticità dei suoi elettori, anche perché non è affatto vero che sia la più cara d’Europa. Il costo è maggiore in Grecia, Islanda, Norvegia e Olanda. In Danimarca il prezzo è uguale a quello italiano e, limitatamente all’Europa territoriale, in Svizzera diesel e Gpl costano più che in Italia (mentre la benzina Euro95 costa 15 centesimi in meno al litro).
A giugno uno dei suoi cavalli di battaglia, annunciati davanti a un pubblico plaudente: chiusura dei porti, niet a chiunque creda che l’Italia sia un parcheggio per migranti e, come se non bastasse, censimento dei rom. (Se la barzelletta della benzina fa ridere, qui lo sguardo comincia a farsi atterrito e il sudore corre lungo la schiena).
A seguire un’estate di lotte intestine: via Tito Boeri dall’Inps perché, cattivone, lo ha smentito sulla necessità dei migranti nel sistema pensionistico (“ci saranno cambiamenti” , ha detto Salvini, con quel tono minaccioso che ricorda un ventennio buio), fino ad arrivare al 14 agosto, quando a Genova il Ponte Morandi è crollato.
La sera stessa il ministro è stato avvistato e, ampiamente fotografato, in provincia di Messina a fare baldoria attorno a un tavolo (qui e qui, tra i tanti, articoli di Repubblica e Il Post).
Pronta la smentita del diretto interessato, in visita ufficiale alla Geotrans srl, azienda confiscata alla mafia. E poi, sempre secondo l’agenda del ministero dell’Interno, incontro con la locale giunta comunale.
Salvini ha cercato di minimizzare, ma la cena durante la quale è stato immortalato non rientrava, al contrario di quanto ha sostenuto, nei suoi impegni istituzionali. Faccia in modo, signor ministro, di controllare meglio la sua agenda. Facile, è pubblicata sul web (in alternativa chieda al webmaster di modificare la pagina oppure di rimuoverla, non si dovrebbe fare, per carità… ma per il mago delle accise fare sparire una pagina web non dovrebbe essere un problema insormontabile).
#Genova pic.twitter.com/r6DimM3Yuu
— Vigili del Fuoco (@emergenzavvf) 16 agosto 2018
Anche se fosse (e non è), che lei signor ministro in Sicilia c’era per dare voce ai disperati, mentre vigili del fuoco e soccorritori (tutti sottoposti al ministero che dirige) si facevano in 4 a Genova (e lei gozzovigliava in simpatia e leggerezza), le ricordo che il giorno della finale del Mondiali di Russia, il 15 luglio 2018, lei era a Mosca a vedere la partita, mentre al largo delle coste siciliane c’era una nave con a bordo 450 persone che attendevano di potere sbarcare, su suo ordine.
Ma lei era troppo impegnato a chiacchierare con il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron. O quello nella fotografia che ha fatto il giro del mondo non era lei?
Ma allora, ministro, ci vuole fare sapere chi sono questi tutti di cui lei si è auto-nominato paladino? E, soprattutto signor ministro, ci vuole dire che orari fa? 9-18 le può andare bene o la mattina – considerando anche la sua legittima vita notturna – vuole dormire un po’ di più?