07 Lug Migranti, ecco tutti i numeri da conoscere
Una fotografia attuale degli sbarchi, dei ricollocamenti e della provenienza dei migranti che hanno raggiunto lo Stivale durante gli ultimi 2 anni e mezzo.
La cronaca, le polemiche, le notizie poco puntuali e le distorsioni possono rendere un’immagine non puntuale dei numeri di cui si parla. Ecco la situazione.
La situazione al 5 luglio 2018
Secondo il Dipartimento della sicurezza, nel periodo che va dal 1° gennaio 2018 fino al 5 luglio 2018, con i dati comparati allo stesso periodo dei due anni precedenti, la situazione è questa:
In termini percentuali il flusso è diminuito del 76,73% rispetto al 2016 e dell’80,38% rispetto al 2017
I porti di attracco
Questa la mappa dei porti principali in cui sono avvenuti gli sbarchi. Quello di Pozzallo è stato il porto più gettonato, con 3.107 sbarchi dal primo gennaio al 5 luglio 2018.
Provenienza e nazionalità dichiarata
Entrambi i grafici che seguono non riportano le informazioni relative a 3.822 persone la cui identificazione è attualmente in corso. L’Italia, almeno in questa prima metà del 2018, è terra scelta per lo più da tunisini ed eritrei.
I minori non accompagnati
Come è lecito attendersi, anche il numero dei minori non accompagnati tende a diminuire. I dati relativi agli anni 2016 e 2017 sono aggiornati al 31 dicembre, il dato del 2018 fa invece riferimento alla situazione al 2 luglio 2018.
Ricollocamento e Dublino III
I dati aggiornati al 2 luglio non tengono conto di 16 persone in corso di trasferimento, soprattutto verso la Germania, tra le quali figurano anche 3 minori.
In linea generale è proprio la Germania il paese verso il quale viene dislocato il maggior numero di migranti giunti in Italia. Tra i meno ospitali figurano invece Croazia, Bulgaria ed Estonia.
Le norme del ricollocamento sono dettate dal regolamento Dublino III che fissa i parametri e le condizioni secondo cui ognuno dei paesi firmatari, dovrebbe farsi carico di ospitare una quota parte di migranti sbarcati in altri paesi. Entrato in vigore nel 2014, è stato messo in forte dubbio non solo dall’Italia ed è stato oggetto del summit urgente convocato a Bruxelles alla fine dello scorso mese di giugno, dal quale il premier italiano Giuseppe Conte è uscito con le tasche mezze vuote.
Pubblicato su Wired il 06/07/18