22 Dic La camera approva la manovra. Ecco le principali novità
L’ultima manovra di questa legislatura sta arrivando al traguardo. Approvata dalla camera con 270 Sì, 172 No e 5 astenuti, il disegno di legge tornerà ora, per la sua terza lettura, al senato.
Il bilancio previsionale dello stato per il 2018 non prevede nuove tasse, questo vale anche per le previsioni sui prossimi 3 anni. Il saldo netto da finanziare è di 45,1 miliardi per il 2018, di circa 25,3 miliardi per il 2019 e di 13,3 miliardi nel 2020.
Il governo, in una nota, annuncia un incremento delle spese pari a 405 milioni euro per il prossimo triennio (2018-2020) e, nel contempo, un aumento delle entrate di 516 milioni di euro.
In sintesi i principali argomenti toccati dalla manovra.
Industria 4.0
Introdotto un credito di imposta del 40% (per un massimo di 300mila euro) per le spese del personale in materia di tecnologie 4.0. Per il 2018 previsti 330 milioni di euro per agevolare i finanziamenti delle Pmi in macchinari e attrezzature.
Web tax
Imposta al 3% sulle transazioni al netto dell’Iva per quei soggetti che effettuano più di 3mila transazioni annue. Salve quindi le piccole e medie imprese e le piattaforme ecommerce. La misura entrerà però in vigore a partire da gennaio 2019.
Pensioni
Il sistema di anticipo pensionistico (Ape social) viene esteso a 15 categorie professionali considerate usuranti, al posto delle 11 previste in precedenza. Le donne con figli che lavorano possono avere un bonus di un anno sull’età pensionabile per ogni figlio (al massimo due anni) e possono accedere all’Ape anche i lavoratori con contratti a termine che perdono il lavoro. Per le altre categorie confermata l’età del pensionamento a 67 anni a partire dal 2019. Tra le parti sociali consultate solo Cisl e Uil si sono dette soddisfatte.
Bonus bebé
L’assegno varrà solo per i nati nel 2018 e per un solo anno, pesantemente rivista verso il basso quindi la misura originale che parlava di un bonus strutturale e per tre anni. Non cambia però l’importo di 960 euro per i redditi Isee sotto i 25mila euro (e del doppio per i redditi inferiori ai 7mila euro).
Detrazioni per i figli a carico
Per i figli fino a 24 anni sale il reddito complessivo per essere considerati a carico dei genitori, passando da 2.840 a 4mila euro annui. I giovani che conseguono redditi al di sotto di questa soglia sono considerati fiscalmente a carico dei genitori, per chi ha più di 24 anni resta il tetto di 2.840 euro.
Interessante il limite dei 4mila euro perché si avvicina a quello massimo dei lavori occasionali (5mila euro lordi), una misura pensata per dare una boccata d’ossigeno ai genitori di 132mila giovani circa.