22 Apr La Russa ha ragione (e basta polemiche)

Per il presidente del Senato, Ignazio La Russa, la Costituzione non cita mai la parola antifascista e quindi non vieta in alcun modo di ispirarsi al Ventennio.

Ha ragione. Nessuno può permettersi di mettere in discussione le parole di un uomo illuminato. Tutto il polverone sollevato dai media non ha modo di esistere e, per provare che La Russa ha ragione, occorre mettere in chiaro concetti elementari che sembrano sfuggire ai sinistrati, agli ebrei, ai partigiani, ai komuni$ti, ai cattolici leccapanche,…:

• nella costituzione NON appare la parola antifascista,
• nei regolamenti di servizio dell’esercito NON c’è scritto che i militari devono mangiare, per questo muovono tutti di fame,
• nel Codice penale NON c’è scritto che non si può rosolare un cavallo vivo in una friggitrice ad aria, ed è per questo che l’essere rosolati è la più diffusa causa di decesso dei cavalli,
• nei codici, nelle procedure e nei regolamenti italiani NON c’è scritto che una carica dello Stato debba essere assegnata a persone di buon senso e, infatti, il presidente del Senato è La Russa.

C’è dell’altro

Aspettarsi una visione del mondo diversa da La Russa è da stolti. C’è da chiedersi perché sia ancora al suo posto e perché non sia la stessa maggioranza a chiedergli di fare un passo indietro. Non ci vuole l’intervento dell’opposizione, ci vorrebbe quello autonomo di chi ha votato per La Russa.

Ma, anche in questo caso, si dimostra uno scriteriato ottimismo: questi individui siedono nel Parlamento perché spinti dalla parte più acritica e descolarizzata del popolo. Questo il popolo ha voluto, questo il popolo ha ottenuto.

Il fatto è molto semplice: ci sono persone che non tifano nessuna squadra perché non hanno alcun interesse per il calcio, c’è chi non segue la moda perché non dà importanza all’abbigliamento o ai trend del momento.

Nel caso del fascismo il disinteresse è già violenza: o si è fascisti o non lo si è. Chi permette che il Senato sia presieduto da La Russa senza farsi domande non può rifugiarsi nell’indifferenza perché è violenza e vigliaccheria. Può chiedere riparo anche all’ignoranza ma, questa, non è una assoluzione per la propria violenza e vigliaccheria.

Berlusconi precursore

Durante i primi anni 2000, Silvio Berlusconi aveva ripreso un adagio popolare rilanciando “l’Italia delle tre I”, ovvero Internet, Impresa, Inglese.

La destra italiana, oltre 15 anni dopo, aggiorna il trittico adeguandolo alle proprie mire: “Inadeguatezza morale, Ignoranza, Ignazio”.

Foto di copertina: “25.4.2023: Mia nonna partigiana è ancora arrabbiata”.
Opera della street artist Laika1954, piazza Bartolomeo Romano, Roma.