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Le politiche di prezzo degli operatori di telefonia mobile e quei 100 milioni di sim
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Le politiche di prezzo degli operatori di telefonia mobile e quei 100 milioni di sim

In Italia a giugno del 2017 risultavano attive indicativamente 98,9 milioni di sim. Wind Tre, TIM e Vodafone (in quest’ordine) detenevano più del 90% del mercato, in lieve crescita rispetto al primo trimestre dell’anno in corso. Durante i primi mesi di quest’anno è ritornata preponderante la questione della bollettazione a 28 giorni che ha destato preoccupazioni sia all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) sia al parlamento italiano. Si è aggiunto anche l’intervento del ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda che si è impegnato a riportare la fatturazione in base al mese solare e non più ogni 4 settimane, ciclo che di fatto si traduce in 13 mensilità al posto di 12, facendo intascare agli operatori l’8,33% in più.

L’impegno di camera e senato
Il 25 ottobre il senatore dem Stefano Esposito ha depositato in commissione Bilancio del Senato un emendamento al decreto legge fiscale per ripristinare la fatturazione mensile, chiedendo maggiori poteri per l’Agcom la quale, nelle intenzioni di Esposito, va messa in condizione di comminare ammende fino a 5 milioni di euro, ben più alte di quelle che può elevare attualmente, ossia 580mila euro al massimo. Altrettanto ha fatto qualche giorno prima la deputata (anch’essa dem) Alessia Morani questa volta depositano una proposta del tutto simile alla camera.

Lo scorso mese di settembre l’Agcom ha deciso di aprire un’istruttoria a danno di qualsiasi soggetto disponesse fatturazioni a 28 giorni, non solo operatori di telefonia fissa e mobile quindi, ma anche quelle pay tv che hanno dimostrato, col passare dei mesi, di non disdegnare l’idea di potere contare su 13 cicli annuali di bollettazione. Il commissario dell’Autorità garante Francesco Posteraro, preso atto che gli operatori hanno snobbato le richieste di cui alla delibera 121/17/Cons rinunciando ad adeguarsi ai periodi di fatturazione imposti, ha deciso di aprire un’istruttoria.

Il precedente che vale come esempio
Il 22 luglio l’Agcom ha inflitto una multa da 580mila euro a 3 Italia S.p.A., rea di fare pagare 1 euro in più al mese ai clienti che usano la rete 4G. È certamente vero che l’operatore non ha applicato tale tariffa supplementare a tutte le 32,1 milioni di sim che gestisce, è altrettanto vero che l’ammenda coincide al sovrapprezzo corrisposto per 1 anno dai possessori di 48mila sim (lo 0,15%). Una multa irrisoria a fronte di incassi presumibilmente milionari.

Il passato è passato, guardiamo avanti
Il nodo delle fatturazioni pregresse sembra essere sciolto. Calenda non può pronunciarsi e ha già annunciato che il suo compito è quello di preoccuparsi del futuro. L’ipotesi di un indennizzo forfettario, salutato con entusiasmo da diverse associazioni di consumatori, appare poco probabile e persino inutile. Per gli operatori sarebbe un esborso monstre (50 milioni di euro per ogni milione di sim interessate) e, con ogni probabilità, li costringerebbe a rivedere verso l’alto le tariffe o aumentare il prezzo di alcuni servizi. Resta più plausibile la possibilità secondo cui il forfait riguarderà i clienti di quegli operatori che non dovessero adeguarsi alla fatturazione mensile, dal momento in cui, quella a 28 giorni, dovesse essere bandita per legge.

Le risposte degli operatori
Non sono tardate ad arrivare le risposte degli operatori, riuniti nella sigla di categoria Asstel (nell’orbita di Confindustria) i quali hanno interpellato il Tar forti del fatto che il Codice delle comunicazioni esclude ingerenze terze lasciando agli operatori pieno diritto sulla questione tariffe e periodicità delle stesse, appellandosi a loro volta al mercato che deve essere libero.

A rinforzare gli argomenti addotti, gli operatori hanno sostenuto che le tariffe in Italia sono tra le meno care d’Europa e che la fatturazione a 28 giorni va in contro ai clienti i quali hanno minori possibilità di superare i tetti massimi di minutaggio e traffico dati delle rispettive tariffe, evitando di incappare in esborsi supplementari.

A parità di minutaggio e traffico dati (1000 minuti e 10 Gb) effettivamente quelle italiane sono le tariffe più basse d’Europa. Graduatoria in cui gli estremi sono rappresentati proprio dallo Stivale (18 euro al mese) e dalla Grecia (che però è un caso limite) con un costo di 237 euro.

Asstel ha chiesto un incontro con il ministro Calenda mentre Vodafone ha già annunciato di essere pronta a ritornare alla fatturazione mensile.

Cosa dovrebbe cambiare per i consumatori (Ma…)
Se l’emendamento al decreto fiscale dovesse diventare legge i consumatori pagherebbero 12 bollette all’anno anziché 13, con un risparmio dell’8,3%. Ma…

Basterebbe che gli operatori applicassero un rincaro di un euro al mese per colmare il minore incasso, generando così un fatturato maggiore dell’8,3% per le tariffe inferiori ai 12 euro mensili e, per il gap relativo alle tariffe maggiori, è sufficiente aumentare il costo di alcuni servizi (segreteria telefonica, messaggi che avvisano quando un interlocutore desiderato ritorna ad essere raggiungibile, e così via).

Arriva lo stop per la fatturazione a 28 giorni
La commissione Bilancio del senato ha approvato a metà novembre l’emendamento che blocca la fatturazione a 28 giorni per gli operatori tefonici, pay tv e internet. Sono previste sanzioni a carico di chi non si adeguerà entro 120 giorni e indennizzi forfettari per i consumatori.